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I Cappellani nella Grande Guerra

 

(tratto da "La Grande Guerra sul fronte italiano - Dalle immagini del Servizio Fotografico Militare" Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito)

 

 

La gerarchia ecclesiastica all'interno dell'Esercito, e la relativa assimilazione di grado, fu stabilita nel giugno 1915.

La direzione del servizio spirituale fu affidata a un Vescovo da Campo, parificato al grado di maggior generale. Le successive gerarchie erano rappresentate da vicari, cappellani coadiutori, cappellani capi d'Armata (capitani) e cappellani ordinari (tenenti). Ai cappellani militari fu concesso l'uso dell'uniforme grigioverde munita di croce di panno rossa.

I cappellani militari furono di insostituibile apporto psicologico e morale al combattente.

 

Nella foto: Monsignore Vescovo di Campo BARTOLOMASI si intrattiene con due generali.

 

L'Ordinariato Militare per l'Italia

 

L’Ordinariato Militare è una Chiesa che vive tra i militari, perché coloro che svolgono questo servizio, come ricorda il Vaticano II, nella Gaudium et Spes, sono considerati “ministri della sicurezza e della libertà dei popoli, infatti se adempiono il loro dovere concorrono alla stabilità della pace”. La ragione dell'esistenza dei militari è la difesa e non l'offesa, la pace, non la guerra. In tutte le missioni la Chiesa dell’Ordinariato Militare accompagna i suoi fedeli, soprattutto in quelle più difficili e rischiose, perché non venga meno l'ideale per cui si impegnano. L'immagine evangelica che meglio caratterizza il mondo militare è desunta dalle beatitudini: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio".


I militari cristiani devono formare il loro cuore affinché diventi "fiume di pace", che li porti a offrire anche la loro stessa vita.


La storia dell'Ordinariato è stata coronata da pagine gloriose di servizio ai fratelli durante le due guerre mondiali da parte dei Cappellani Militari. La radice di questa Chiesa affonda nella loro dedizione e nel loro sacrificio.


Nel 1984, il nuovo testo del Concordato tra la Santa Sede e l'Italia, ribadì la presenza dei Cappellani presso le Forze Armate, e lo stesso Giovanni Paolo II, con la Costituzione "Spirituali militum curae" ampliò la competenze dell'Ordinariato Militare concedendogli la facoltà di aprire uno specifico seminario per la preparazione dei Cappellani.


Ora con il decreto legislativo del 31 dicembre 1997, è rafforzato il ruolo statuale dei Cappellani nelle Forze Armate, segno di una rinnovata stagione di impegno che ha visto i Cappellani al seguito dei soldati nelle varie missioni di Pace: dal Libano alla Somalia, al Mozambico, fino alle recenti spedizioni in Albania, Macedonia, Bosnia, Kosovo, Timor Est, Afghanistan, Iraq.



 

 

I Cappellani nella grande guerra
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